Telestes (1, 2021 - 4, 2024)

An International Journal of Archaeomusicology and Archaeology of Sound

«Telestes» cerca di colmare il divario esistente tra l’ambito dell’archeologia musicale – i cui metodi sono più o meno presenti e radicati nel lavoro degli studiosi di musica e danza nel mondo antico – e le possibilità offerte dalle diverse prospettive emerse recentemente in altri campi di ricerca come l’archeologia, la storia dell’arte, l’archeologia della performance e gli studi sensoriali. Sebbene negli ultimi anni varie discipline accademiche abbiano dedicato una crescente attenzione alla musica e alla danza antiche, lo hanno fatto soprattutto concentrandosi sulle fonti scritte. Tuttavia, l’evidenza materiale – così come il suo contesto archeologico – dovrebbe svolgere un ruolo cruciale nell’analisi delle caratteristiche della musica e della danza nell’antichità. Prendendo in considerazione le performances musicali e della danza nel mondo antico, questa rivista internazionale esplora la documentazione materiale e il suo contributo alla comprensione sia dei significati culturali e sociali della musica e della danza sia delle funzioni delle performances all’interno delle attività rituali e della vita quotidiana, al fine di ricostruire e analizzare le molteplici modalità e i contesti performativi nell’antichità. Pertanto, attraverso un approccio archeologico alla performance che colloca le attività musicali e di danza all’interno di uno spazio reale o simbolico, lo studio dell’evidenza materiale costituisce un prezioso ambito di indagine per gettare luce sul significato rituale e sulla funzione socioculturale degli eventi sonori e delle attività musicali e coreutiche, così come sul ruolo dei musicisti e musiciste e dei danzatori e danzatrici nel mondo antico.

«Telestes» mira anche a sollecitare lo studio degli strumenti musicali e degli oggetti sonori attraverso la lente di un’ampia varietà di discipline come l’antropologia e l’archeologia, includendo non soltanto gli studi sul suono e sull’acustica così come l’archeomusicologia e l’etnoarcheomusicologia, ma anche la storia delle religioni, la filologia, la storia, l’umanistica digitale e gli studi sul patrimonio culturale con le tecnologie e la digitalizzazione. La gamma dei diversi contesti presentati permette sia di ampliare le nostre conoscenze riguardo la documentazione di interesse musicale e coreutico sia di riflettere su come il suono possa aver contribuito a caratterizzare lo spazio sonoro di un luogo. Indagando sul ruolo della musica e della danza come qualcosa di più di un semplice accompagnamento o di un mezzo di intrattenimento, il periodico contribuisce ad allargare lo sguardo sulle performances musicali e di danza mettendole in una relazione imprescindibile con gli aspetti rituali e con le credenze religiose e sociali di una data cultura. La rivista accoglie ricerche sull’area mediterranea e da altre regioni del mondo antico, come il Nord Europa, l’America centrale e meridionale, l’Africa, il Sud-Est asiatico e il Pacifico. Sono particolarmente apprezzati i contributi relativi a diversi periodi e l’approccio interdisciplinare e multidisciplinare. I contributi saranno redatti in inglese, ma saranno accettati anche in tedesco, in francese, in italiano e in spagnolo. Sono previsti anche numeri speciali dedicati a specifici temi di ricerca.

 

Angela Bellia