L'esperienza di Alta Formazione al CNR ISPC
Maggio 2022
Archeologia virtuale nelle chiese rupestri in Puglia
Da sempre mi sono occupata di rilievo e restauro archeologico. Esperienze che mi sono tornate utili quando in Puglia, durante un progetto di gestione del Parco rupestre di Lama d’Antico in Fasano, quasi per gioco ho iniziato a sperimentare insieme al prof. Massimo Limoncelli, dell’Università degli Studi di Palermo, tecniche di rilievo 3D e di restauro virtuale in una delle chiese rupestri più monumentali di Puglia. Nessuno aveva aspettative e l’ipotesi metodologica era tutta da valutare. Il lavoro proseguiva, continuamente incoraggiato dalle potenzialità della tecnologia impiegata: rilievo fotogrammetrico in camera scanner delle strutture; mappatura dei degradi; rilievo fotografico dei particolari con luce naturale e luce UV.
Piano piano venivano alla luce segni grafici, lettere, decorazioni non più percettibili ad occhio nudo, che hanno permesso di restaurare in digitale gran parte degli affreschi presenti nella chiesa e di restituire iscrizioni e iconografie leggibili solo in parte.
Oggi questo lavoro è offerto ai visitatori del Parco grazie al Virtual restoration experience, un videomapping installato nella chiesa.
Sono queste le premesse del mio lavoro di ricerca in corso nell’ambito del Dottorato in Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei (PASAP Med) promosso dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR e dal Politecnico di Bari.
Il progetto, dal titolo “Archeologia virtuale nelle chiese rupestri in Puglia. Dall’analisi del dato reale a una fruizione condivisa” è seguito dalla dott.ssa Paola Moscati dirigente di ricerca del CNR ISPC, in qualità di tutor e dalla dott.ssa Costanza Miliani direttrice del CNR ISPC e dai proff. Massimo Limoncelli, dell’Università degli Studi di Palermo e Gianluca Mastrocinque, dell’Università degli Studi di Bari, in qualità di co-tutores.
Obiettivo della ricerca è promuovere uno studio interdisciplinare di questo particolare fenomeno culturale, al fine di acquisire nuovi dati storico-archeologici e favorire la tutela, la conservazione e la fruizione.
Si tratta, in effetti, di un patrimonio nascosto, non soltanto per il fatto di essere costituito da chiese scavate nella roccia, quanto per essere stato per lungo tempo trascurato rispetto ad altre emergenze del territorio. La maggior parte di questo ricade, infatti, in proprietà private e proprio per tale ragione è tenuto a margine del sistema di finanziamenti pubblici e con molta difficoltà potranno essere oggetto dei dovuti interventi di conservazione. Quando invece è stato possibile intervenire su pubbliche proprietà con progettazioni, a fronte della apprezzabile volontà di tutela e salvaguardia, si è agito, in alcuni casi, adottando prassi e metodologie proprie del restauro delle costruzioni in muratura e senza la consapevolezza di operare su un delicato microsistema ambientale.
L’attuale stato di conservazione delle chiese rupestri è il frutto di un loro adeguamento spontaneo al continuo variare delle condizioni idrogeologiche, ambientali e climatiche che nel corso del tempo le hanno interessate. A discapito delle precarie condizioni in cui giace la maggior parte di queste strutture, gli affreschi presenti al loro interno si conservano grazie al raggiungimento di un delicato equilibrio naturale: l’alterazione di quest’ultimo, attraverso inappropriati interventi, inevitabilmente si riflette sulla conservazione degli stessi pregiudicandone la fruizione futura.
Da questo risulta con chiarezza come lo studio di queste emergenze, se finalizzato alla progettazione di un corretto intervento conservativo e alla successiva valorizzazione, rende imprescindibile il ricorso alla diagnostica al fine di valutare lo stato di salute del monumento e di individuarne le cause del degrado, permettendo, allo stesso tempo, di approfondire la conoscenza archeologica attraverso l’analisi dei materiali e delle tecniche messe in opera per la sua realizzazione.
Nel corso del primo anno di dottorato, sono state rilevate 12 chiese rupestri mediante la tecnica di image based in Camera-Scanner, detta anche fotogrammetria 3D, grazie alla quale è stato possibile ottenere un elevato numero di punti rilevati in maniera automatizzata con alta precisione e fedeltà al dato reale. In tal modo è stato possibile realizzare una lettura stratigrafica degli invasi rocciosi e, soprattutto, ottenere un modello tridimensionale di ogni chiesa rupestre. Su quest’ultimo vengono costantemente registrati i risultati delle indagini diagnostiche in corso di svolgimento su alcuni casi campioni, al fine di accrescerne il quadro conoscitivo e di realizzare il restauro virtuale del contesto architettonico e degli apparati pittorici.
Maria Potenza
Dottoranda del corso in Patrimoni archeologici, storici, architettonici e paesaggistici mediterranei (PASAP) | 36° ciclo.