TELESTES. Studi e ricerche di archeologia musicale nel Mediterraneo
Direttore / Editor in chief: Angela Bellia
Comitato scientifico / Editorial Board: Erica Angliker, Sheramy Bundrick, Claude Calame, Maria Luisa Catoni, Cornelia Isler-Kerényi, Barbara Kowalzig, Clemente Marconi
Istituti editoriali e poligrafici internazionali, Pisa · Roma
La collana pubblica libri sottoposti a procedura di “revisione tra pari” mediante procedimento cosiddetto “a doppio cieco” (double blind peer review). I revisori sono assolutamente indipendenti dagli autori e non affiliati alle medesime istituzioni.
La collana peer-reviewed è dedicata agli studi che ricorrono a un metodo di ricerca innovativo sulla musica antica, finalizzato non soltanto alla contestualizzazione delle fonti scritte e delle testimonianze archeologiche, ma anche ad un’indagine multidisciplinare e antropologica delle attività musicali al fine di comprenderne il significato e funzione sociale, in stretta connessione con l’architettura, le arti visive, e l’ambito religioso. «Telestes» pubblica volumi monografici e raccolte di saggi, volti a far emergere il patrimonio culturale e musicale del Mediterraneo, un settore strategico nel rinnovamento in corso nell’ambito degli studi musicologici, allo scopo di approfondire il dialogo sia con le discipline affini, come l’etnomusicologia, sia con la storia, l’antropologia, la storia dell’arte e delle religioni.
TELESTES series n. 7, 2023
Dance, Space, Ritual. Material Evidence of Dance Performance in the Ancient World
Il volume esamina i metodi di ricerca e i contesti delle evidenze archeologiche riguardanti lo studio degli spettacoli di danza nelle società antiche; esso si propone di far luce sulla funzione degli spettacoli di danza e ricostruire il ruolo della danza, oltre che quello della musica e del suono, nel mondo antico. Gli articoli esplorano le testimonianze materiali della danza ed evidenziano il contributo di questi documenti per approfondire la nostra comprensione dei significati e delle funzioni culturali, religiose e sociali della danza all'interno delle attività rituali e della vita quotidiana, ricostruendo i molteplici modi e i contesti diversi in cui sono stati vissuti. Gli spazi sacri sono stati considerati non solo in relazione a come le loro forme e strutture interagivano con l'esperienza umana, ma anche riguardo a come le caratteristiche delle aree addette alla danza potessero essere studiate come strutture architettoniche che dirigevano l'attenzione sull'interazione tra comportamento umano, movimento corporeo, spazio e costruzioni. Pertanto, il volume, miscellaneo, mira non solo a stimolare lo studio dei movimenti fisici eseguiti in antichi contesti rituali, ma anche a esplorare come essi potrebbero contribuire alla complessa relazione tra edifici, spazi, rappresentazione e interazioni sociali, rafforzando la memoria di eventi speciali dedicati a divinità particolari.
TELESTES series n. 6, 2021
Soundscape and Landscape at Panhellenic Greek Sanctuaries
Gli studi attuali sulle antiche esperienze e pratiche religiose nei santuari panellenici prestano scarsa attenzione al ruolo del suono e della musica all'interno della sfera sacra. Le proprietà acustiche di questi spazi e dei loro immediati dintorni, così come la loro relazione con le esperienze e le pratiche religiose, sono state poco considerate. Inoltre, è stata prestata scarsa attenzione al ruolo dei musicisti e dei danzatori nelle feste, nelle processioni e nei sacrifici. Questo volume intende riempire queste lacune riunendo contributi che affrontano le seguenti domande: Quali fonti scritte (letterarie e/o epigrafiche) e testimonianze archeologiche di spettacoli di musica e danza nei santuari panellenici esistono? È possibile rilevare differenze o somiglianze al riguardo nei vari santuari? Quale "segno sonoro di culto" era distintivo del luogo di un culto, sia nelle caratteristiche del paesaggio naturale, nella struttura sacra artificiale, nel rituale praticato o in una combinazione di questi? Chi erano gli artisti di musica e danza ai festival? I santuari panellenici avevano luoghi speciali dedicati agli spettacoli di musica e danza? Ci sono prove di come il pubblico abbia reagito ai suoni sacri e ai movimenti ritualizzati, nonché alla musica suonata durante le cerimonie nei santuari panellenici? Com'è stata l'esperienza sonora in questi spazi sacri? In che modo gli eventi sonori e i suoni naturali in questi santuari hanno migliorato il rapporto tra edifici, ambiente e interazioni sociali? Il volume vuole offrire un insieme di contributi innovativi per ricreare il paesaggio sonoro degli antichi santuari greci e mostra come qualcosa di effimero come il suono possa essere reintegrato nella riconsiderazione degli spazi.
TELESTES series n. 5, 2020
Musical and Choral Performance Spaces in the Ancient World
Il volume che qui si presenta vuole esplorare le testimonianze visive e archeologiche, nonché le fonti scritte letterarie ed epigrafiche, che ci informano che le esibizioni musicali e corali erano una parte importante di molti culti e rituali eseguiti negli spazi e negli edifici architettonici del mondo antico. Nonostante sia difficile accertare se spazi specifici fossero destinati all'esecuzione di musica e danza attraverso i resti archeologici, i saggi presentati in questo libro sollevano l'idea che particolari caratteristiche architettoniche potrebbero aver facilitato gli spettacoli di musica e danza. Agli autori è stato chiesto di indirizzare la propria attenzione alla musica e alla danza che si sono svolte non solo in ambienti musicali e sale destinate alla danza appositamente costruiti nei cortili esterni dei santuari, ma anche alle rappresentazioni lungo le strade processionali e intorno agli altari e alle statue di culto, nonché sulle scalinate monumentali e negli ambienti per i banchetti, in un contesto sacro. Allo stesso tempo, i contributi riguardano diverse regioni e un ampio arco cronologico. Inoltre, la maggior parte degli articoli presenta materiale archeologico che è stato scoperto di recente o pubblicato qui per la prima volta.
TELESTES series n. 4, 2018
Musical Instruments as Votive Gifts in the Ancient World
Questo volume contiene gli Atti del primo convegno dell''Archaeomusicology Interest Group' (AMIG), nell'ambito del 119° incontro annuale dell''Archaeological Institute of America' (AIA), tenutosi a Boston, Massachusetts, dal 4 al 7 gennaio 2018. Gli autori dei contributi hanno discusso su come ogni strumento non sia un'unità isolata, ma una componente della performance musicale all'interno del culto, considerata essa stessa come un'offerta alla divinità nell'ambito della cerimonia rituale. Lo scopo della conferenza, e dei suoi Atti, non è solo quello di migliorare la nostra conoscenza degli strumenti come doni votivi, esplorando e discutendo i molti, diversi motivi per cui essi vengono dedicati agli dei, ma anche di studiare gli spettacoli musicali nelle culture antiche come una componente essenziale del culto e del rituale. La pratica di dedicare strumenti musicali agli dei nel mondo antico - insieme a figurine di strumenti e testi di canti - è ben attestata da una varietà di fonti, resoconti di templi e dalla scoperta degli strumenti stessi, spesso con iscrizioni votive, durante gli scavi. Fedeli e musicisti hanno cercato di dare un effetto più duraturo alla performance musicale dedicando gli strumenti in onore di un dio o di una dea, nel quadro della cerimonia rituale.
TELESTES series n. 3, 2017
Solo tombe di 'musicisti' a Metaponto? Studio dei resti ossei e degli strumenti musicali contenuti nei corredi funerari.
In questo volume sono presentati i risultati del progetto di ricerca «Studio dei resti ossei e degli strumenti musicali contenuti nei corredi funerari», che si colloca in un ambito di studi interdisciplinare teso a coniugare l'indagine sulla documentazione archeologica di interesse musicale con la ricerca archeologica e le relative estensioni all'ambito dell'archeogenetica. La prima fase dell'indagine ha riguardato l'esame della documentazione archeologica di interesse musicale dell'Italia meridionale, dove è concetrata la più significativa presenza di strumenti musicali nelle sepolture dell'antico mondo greco. Con tale studio è stata presa in esame la diffusione degli strumenti musicali nel contesto funerario magnogreco che per quantità, cronologia e significato, nonché per lo stato di conservazione di alcuni esemplari, ha arricchito notevolmente le testimonianze finora note. Nella seconda fase ci si è concentrati sullo studio di tre tombe scoperte a Metaponto, che si sono rivelate di straordinario interesse non solo per la ricchezza e la peculiarità degli oggetti ricorrenti deposti come corredo funerario, ma anche per la presenza di parti o di frammenti di carapaci usati come casse di risonanza di strumenti musicali a corde. Gli strumenti musicali trovati nelle sepolture sono stati analizzati nei loro significati simbolici, religiosi e cultuali, in relazione con gli altri elementi del corredo funerario e con aspetti culturali e religiosi della società di Metaponto. Avvalendosi di studi scientifici di laboratorio e dell'uso delle tecnologie, la ricerca ha ricavato elementi idonei a valutare con maggiore attendibilità e precisione storica non soltanto il ruolo della musica nelle società antiche, ma anche lo status ricoperto da individui legati alla sfera musicale nel contesto culturale e religioso in cui avevano vissuto.
TELESTES series n. 2, 2016
Musicians in Ancient Coroplastic Art. Iconography, Ritual Contexts, and Functions.
L'iconografia dell'arte musicale è un campo di ricerca notevole per il suo carattere interdisciplinare intrinseco, che coinvolge una vasta gamma di specialisti all'interno e oltre i confini della musicologia, comprendendo, tra gli altri, etnologi, storici culturali, storici dell'arte, archeologi e storici della religione. Questo volume è nato come Atti di un convegno sull'archeomusicologia tenutosi il 7 marzo 2015 presso l'Istituto di Belle Arti dell'Università di New York. Ai partecipanti è stato chiesto di affrontare in modo sistematico non solo l'iconografia, ma anche i contesti rituali e le funzioni delle rappresentazioni di musicisti nell'arte coroplastica del mondo antico. L'obiettivo della conferenza, e degli Atti, è stato quello di integrare l'arte coroplastica con l'iconografia musicale nel corpus delle fonti e della documentazione per lo studio della musica antica e di considerare le figurine di musicisti maschili e femminili come emblematiche dello stretto legame tra la pratica musicale e le sfere religiose e rituali. Le figurine in terracotta sono infatti una particolare classe di manufatti che sembra essere stata profondamente radicata nella vita sociale, inclusi contesti sacri, domestici e funerari. Queste immagini contribuiscono alla ricostruzione di ciò che la musica e la produzione di musica significava per le società antiche e forniscono anche informazioni sulla relazione tra rito e divinità e su quali strumenti musicali fossero più adatti alle diverse occasioni rituali, comprese quelle sacre e funerarie.
TELESTES series n. 1, 2014
Musica, culti e riti nell'Occidente greco.
La musica, insieme con la lingua, la letteratura, i monumenti, le istituzioni e il paesaggio, è parte di un patrimonio in cui è possibile trovare tracce del nostro passato così imponenti da obbligarci a studiarlo per capire una parte importante di noi stessi. Così, se la musica è una delle componenti della nostra identità sociale e culturale di «marca occidentale», lo studio della storia musicale dell'Occidente greco risulta di grande interesse perché le forti esperienze religiose, etiche e artistiche della Megale Hellas e della Sikelia si sono riflesse in modo significativo nella cultura, nell'arte e nella memoria e sono pervenute sino a noi. La riflessione sulla musica come fattore di forte coesione culturale e religiosa e di rete di scambi delle popolazioni greche d'Occidente attende ancora uno studio sistematico e complessivo che aiuterebbe non solo a comprendere la rielaborazione della funzione della musica e del far musica nelle singole poleis, ma anche a porre la questione della musica come mezzo del dialogo interculturale fra le comunità greche e gli ambienti indigeni. Le pratiche musicali dei Greci d'Occidente erano legate infatti al contesto geografico e ai particolari culti collettivi, domestici e funerari, ma la musica era anche intrecciata con la costruzione delle identità culturali delle varie comunità e intimamente legata alla loro struttura sociale. Dallo studio che qui si presenta, miscellaneo, emergono aspetti significativi che aprono nuove prospettive allo studio della musica nell'antichità. Da un lato le fonti e la documentazione archeologica forniscono lo spunto per riflettere sull'apporto della musica nel processo di coesione sociale delle singole poleis e nel dialogo interetnico con le locali comunità anelleniche, dall'altro si indaga quanto le pratiche musicali nelle colonie risentano di quelle delle città d'origine o innovino rispetto alle poleis di provenienza.