Conclusa la terza edizione dell’ International School of Cultural Heritage
Un programma formativo internazionale all’avanguardia dedicato all’uso delle tecnologie per la conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico.
Il progetto, dedicato all’alta formazione e allo scambio tra professionisti italiani e stranieri coinvolti nella gestione dei musei e beni archeologici, ha visto nei tre anni di attività la partecipazione di 10 paesi del Mediterraneo (Egitto, Giordania, Israele, Libia, Libano, Marocco, Palestina, Tunisia, Turchia, Iraq); 4 paesi associati (Etiopia, El Salvador, Repubblica Dominicana; Macedonia del Nord) e 85 professionisti di diversa provenienza.
La terza edizione è stata dedicata all’uso delle tecnologie per la conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico e ha coinvolto esperti provenienti dai Paesi del Sud e del Levante del Mediterraneo. Nello specifico: Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Palestina, Tunisia e Macedonia del Nord. Pur avendo come focus l’innovazione e il digitale per la cura, gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico, i progetti di lavoro e di ricerca applicata condotti in Italia dai professionisti di ISCH 2022 vertono su una molteplicità di ambiti disciplinari diversi – dalla catalogazione e documentazione, alla promozione e al restauro virtuale – manifestando così la natura interdisciplinare del programma, e la trasversalità delle competenze da questo promosse.
L’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ISPC), il Center for Cultural Heritage Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT – CCHT@Ca’ Foscari) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), in qualità di partner tecnico- scientifici, hanno accompagnato la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali nel processo di definizione dell’offerta formativa e svolto un ruolo centrale nella realizzazione della seconda fase di formazione (Fieldwork), aprendo le porte dei propri laboratori e centri di ricerca ai professionisti selezionati e dando loro possibilità di approfondire l’applicazione di metodi e tecnologie d’avanguardia.
“Con la terza edizione dell’International School of Cultural Heritage (Scuola Internazionale del Patrimonio Culturale) la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali conferma, ancora di più, la sua missione internazionale, con un particolare focus sull’area mediterranea. Siamo molto orgogliosi delle collaborazioni avviate con i nostri partner: un lavoro sinergico ed importante che ci consente di portare all’estero l’eccellenza tecnica e scientifica del nostro Paese. Dalle ricerche applicate svolte in Italia sono infatti nati dei veri e propri progetti concreti, a partire dai quali, la Fondazione sarà in grado di rafforzare la rete internazionale di collaborazione e lo scambio di competenze tra istituzioni e professionisti del patrimonio culturale, asset sui quali lavora da anni”
Afferma Alessandra Vittorini, direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali
Con il loro prezioso contributo hanno permesso di svolgere attività sul campo in Italia anche: la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, il Parco Archeologico di Ercolano, il Parco Archeologico del Colosseo, il Parco Archeologico di Paestum e Velia, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, la Fondazione Brescia Musei, la Fondazione Museo Egizio e l’associazione Civita Mostre e Musei e Società Cooperativa Culture.
La collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ISPC)
Il CNR ISPC ha messo a disposizione quattro percorsi di Fieldwork individuali, con programmi formativi ad hoc e un team di ricercatrici e ricercatori (Emanuel Demetrescu, Daniele Ferdani, Sofia Pescarin, Eva Pietroni) che ha seguito individualmente i partecipanti nella realizzazione delle attività e nel processo di apprendimento on the job. Ha inoltre consentito lo scambio peer-to-peer tra i professionisti italiani e stranieri coinvolti, che ha visto già a partire dal periodo di Fieldwork, la partecipazione diretta dei professionisti stranieri alle attività di ricerca applicata in corso presso l’ente ospitante.
“Il tema dell’alta formazione è un tema cruciale per il CNR ISPC. Il nostro Istituto ha una consolidata esperienza nell’ambito del trasferimento di conoscenza e tecnologico grazie ad una rete di ricercatori che studiano il patrimonio culturale con approcci interdisciplinari. Per poter mettere a frutto e trasferire queste competenze sono importanti le azioni collaborative con altre Istituzioni. Grazie, infatti alla collaborazione con Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, l’International School of Cultural Heritage è stata una eccellente occasione per aprire laboratori all’avanguardia e siti di sperimentazione creando un vivace ambiente di scambio alla pari, foriero di future collaborazioni internazionali”
Dichiara Costanza Miliani, direttrice CNR ISPC
La collaborazione con il Center for Cultural Heritage Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT – CCHT@Ca’ Foscari)
IIT – CCHT@Ca’ Foscari ha dato ai professionisti coinvolti accesso alle proprie strumentazioni digitali, costruendo i tre percorsi di Fieldwork in modo che potessero già prevedere l’applicazione degli strumenti e dei metodi acquisiti ai casi studio dei paesi di provenienza dei partecipanti, favorendo la collaborazione e la diffusione di buone pratiche a livello internazionale sui temi oggetto del fieldwork .
“Nel nostro Istituto la contaminazione tra discipline è fondamentale. Per la realizzazione di strumenti tecnologici adeguati alla protezione e la conservazione dei beni culturali, è necessaria la sinergia di profili con background diversi, accomunati però dalla predisposizione a sviluppare un’ampia visione di insieme nell’approccio al lavoro. Questa scuola appena terminata accompagna i partecipanti proprio in questa direzione fornendo elementi trasversali a molte discipline grazie all’intervento dei maggiori esperti nel settore”
Afferma Arianna Traviglia, coordinatrice IIT-CCHT@Ca’Foscari
La collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)
Il fieldwork INFN “Nuclear and Digital Technologies for Archeology” è stato organizzato con le strutture dell’INFN che afferiscono a CHNet, la rete dei laboratori INFN dedicata ai beni culturali, e ha previsto dei moduli online e in presenza sulle tecniche di diagnostica del patrimonio culturale e sui servizi digitali per la visualizzazione e il riutilizzo dei dati. In occasione del fieldwork sono state organizzate visite alle strutture dell’INFN, come laboratori e centri di calcolo, e nei maggiori centri di restauro con cui l’INFN collabora. Inoltre, sono stati realizzati seminari assieme ai laboratori di ricerca che collaborano con CHNet, tra cui Sesame (Allan, Giordania) e UNSAM (Buenos Aires, Argentina), per mettere in contatto i partecipanti al fieldwork con i collaboratori di CHNet.
“Il programma proposto dall’INFN per la terza edizione di ISCH includeva visite e dimostrazioni, e ha visto il coinvolgimento di molte strutture dell’INFN impegnate a livello nazionale e internazionale nelle attività di valorizzazione del patrimonio artistico grazie alle tecniche sviluppate a partire dalla ricerca in fisica delle particelle. È stata per noi un’opportunità di presentare le nostre principali attività per i beni culturali, e speriamo di aver offerto ai partecipanti un’occasione per conoscere più approfonditamente gli strumenti che la fisica può mettere a loro disposizione, e di entrare in contatto con un contesto multidisciplinare, molto attivo anche a livello internazionale”.
Spiega Francesco Taccetti, ricercatore dell’INFN e coordinatore di CHNet