Indagini analitiche per studiare tecniche e materiali utilizzati nell’arte del Paleolitico grazie al MOLAB
Al Museo archeologico di Castro si è da poco conclusa la campagna di indagini analitiche sui reperti rinvenuti nella Grotta Romanelli che raccontano l’attività artistica di gruppi umani vissuti tra 14.000 e 10.000 anni fa. L’attività di ricerca scientifica è stata possibile grazie al MOLAB, il laboratorio mobile del CNR coordinato da Costanza Miliani, direttrice del CNR ISPC, parte del nodo italiano di E-RIHS, l’Infrastruttura di ricerca europea per l’heritage science.
Da poco conclusa la campagna di indagini analitiche presso il Museo archeologico di Castro, nell’ambito del progetto Dec.O – Decorated objects of Romanelli Cave, a key site of the late Pleistocene-early Holocene Mediterranean area, che ha visto impegnata un’equipe multidisciplinare costituita da Claudia Conti, Marco Realini, ricercatori del CNR ISPC della sede di Milano e Alberto Lux, dottorando in Heritage Science (PhD-HS.it), da Dario Sigari ricercatore post-doc presso il laboratorio TRACES di Tolosa (CNRS-UMR 5608), principal investigator del progetto Dec.O, e Raffaele Sardella, paleontologo della Sapienza Università di Roma e direttore delle attività di ricerca a Grotta Romanelli (Castro, Lecce).
L’equipe di studiosi ha analizzato per la prima volta reperti rinvenuti nella Grotta Romanelli relativi all’attività artistica di gruppi umani vissuti tra 14.000 e 10.000 anni fa.
Attraverso tecniche di microscopia ottica, spettroscopia di fluorescenza a raggi X e a fibre ottiche in riflettanza è stata indagata la natura dei pigmenti e dei materiali di supporto al fine di approfondire il processo creativo utilizzato nel Paleolitico: dal trattamento della materia prima alla sua applicazione ed eventuale combinazione con altre tecniche decorative fino al possibile utilizzo nel tempo di diversi materiali. Inoltre, dai risultati delle analisi condotte è possibile acquisire una prospettiva differente sulle zone di approvvigionamento della materia prima e quindi comprendere il grado di conoscenza del territorio attorno alla Grotta da parte delle popolazioni preistoriche; evidenziare differenze e somiglianze con altri siti coevi di arte preistorica e quindi stabilire connessioni culturali a piccolo-medio-ampio raggio.
L’attività di ricerca scientifica è stata svolta grazie alla stumentazione mobile del CNR ISPC della sede di Milano, parte del MOLAB, il laboratorio mobile del CNR coordinato da Costanza Miliani, direttrice del CNR ISPC, parte del nodo italiano di E-RIHS, l’Infrastruttura di ricerca europea per l’heritage science.
Il progetto Dec.O
Il progetto di ricerca Dec.O., attraverso una revisione sistematica e multidisciplinare dei reperti di arte mobiliare provenienti da Grotta Romanelli, indaga le geografie culturali delle ultime società di pescatori-cacciatori-raccoglitori. In particolare, centrando il focus della ricerca sulla produzione di arte mobiliare nel sito pugliese, affronta la questione dei cambiamenti, della resilienza e della continuità culturale da dopo l’Ultimo Massimo Glaciale (UMG) all’Olocene iniziale, indicativamente tra 18-10 cal ka BP, momento chiave per le società umane quando, a fronte di condizioni climatiche e ambientali in trasformazione, queste si evolvono verso sistemi socio-economici di tipo produttivo e stanziale.
Principal investigator del progetto è Dario Sigari, ricercatore post-doc presso il laboratorio TRACES di Tolosa (CNRS-UMR 5608) e il CNR ISPC della sede di Roma, grazie a un finanziamento della Fondazione Fyssen.