Convegno
Pietro di Cristoforo Vannucci, il Perugino e Firenze
L’artista umbro e la sua attività nella città toscana negli anni fra la Repubblica ed il Principato mediceo
Dai funzionamenti della persona ai funzionamenti dei luoghi della cultura
A cura di Nicoletta Baldini, Alberto Felici, Emanuela Grifoni
14-15 maggio 2024
Firenze, Museo del Cenacolo del Fuligno
Il Convegno in programma il 14 e 15 maggio 2024 al Museo del Cenacolo del Fuligno della Direzione regionale musei della Toscana del MiC, dove il Perugino realizzò il grande affresco dell’Ultima Cena, capolavoro di fine Quattrocento, si propone di esaltare l’influenza e il contributo del pittore di Città della Pieve allo sviluppo dell’arte fiorentina.
Nel 2023 per celebrare il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci numerose iniziative si sono concentrate principalmente in Umbria, terra natale dell’artista. Tuttavia Firenze, città cardine nella vita e nell’opera del pittore già prima del 1472, ha partecipato con un assai limitato numero di eventi celebrativi, così considerando il ruolo centrale della città nel percorso artistico del Perugino e la presenza di numerose opere del Vannucci nei musei fiorentini anche le maggiori istituzioni del territorio gli dedicano due giornate di studi.
Il convegno riunirà esperti di diverse discipline: storici, storici dell’economia, della scienza, del teatro, della filosofia, oltre a numerosi storici dell’arte che offriranno una prospettiva interdisciplinare sull’attività del pittore nel contesto artistico, politico, sociale ed economico di Firenze, dal periodo che va dalla Repubblica al Principato mediceo. Al contempo, restauratori e diagnosti di differenti Istituti italiani e stranieri forniranno, a completamento della campagna diagnostica già parzialmente realizzata, nuove informazioni circa i materiali pittorici e le tecniche esecutive impiegate dal Perugino nei dipinti murali realizzati dall’artista a Firenze: l’Ultima Cena nel Cenacolo del Fuligno e la Crocifissione nella chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi.
Il Cenacolo del Fuligno inoltre ha da pochi giorni riaperto regolarmente al pubblico, dal martedì al sabato dalle 8.30 alle 13.30 sempre a ingresso gratuito, restituendo alla città un piccolo ma significativo scrigno di capolavori.
Il Cenacolo nasce come refettorio di rappresentanza delle terziarie francescane della Beata Angelina da Marsciano, che fondò un primo monastero a Foligno, da cui derivò anche questo di Firenze dedicato Sant’Onofrio e detto “del Fuligno”, istituito nel 1419 sul luogo di un precedente romitorio per iniziativa di Ginevra de’ Bardi, vedova di Albertaccio degli Alberti.
La scenografica impostazione prospettica, l’armonia del paesaggio, la dolcezza dei volti, l’eleganza dei gesti del grande affresco dell’Ultima Cena che si staglia sulla parete di fondo ne fanno un modello di bellezza lirica e raffinata.
Il refettorio accoglie, un’altra pregevole opera di Perugino la Crocifissione con la Vergine e San Girolamo, insieme a una serie di dipinti che testimoniano la vasta fortuna dello stile peruginesco fra Quattrocento e Cinquecento a Firenze e in Italia e a uno splendido crocifisso ligneo, proveniente dalla chiesa del convento, attribuito a Benedetto da Maiano.
Il contributo del CNR ISPC
Il convegno sarà l’occasione per presentare lo studio tecnico interdisciplinare su due celebri dipinti murali eseguiti da Pietro Perugino a Firenze: l’Ultima Cena al Cenacolo di Fuligno (1486-93 circa) e la Crocifissione a Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1496).
Attraverso l’uso di tecniche fotografiche e di analisi non invasive, tra cui termografia, XRF e FORS, il CNR ISPC ha potuto indagare i materiali e i metodi impiegati per la realizzazione di questi dipinti.
I risultati dello studio rivelano che Perugino, con il supporto dei suoi assistenti e collaboratori, padroneggiava le tecniche della pittura murale e sapeva adattare i suoi metodi e l’uso dei materiali in base alle esigenze specifiche di ogni opera. Si è notato che, tra i due dipinti ci sono somiglianze e differenze nella preparazione dell’intonaco, nelle caratteristiche dello strato pittorico, nella palette di pigmenti utilizzati e nelle tecniche artistiche adottate per ottenere particolari effetti visivi.
Queste osservazioni suggeriscono che Perugino possedeva una profonda comprensione del potenziale di vari materiali e una sofisticata capacità di utilizzarli nella creazione di dipinti murali.
Lo studio è stato realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (SABAP) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI).